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domenica 17 luglio 2011

Lucky, The Problematic Dog

Ispirandomi al cane epilettico di Malaussene e allo stile dei romanzi di Chandler, vi presento questo post dedicato a quello stordito del mio cane: Lucky, The Problematic Dog. Spero vi piaccia e vi strappi un sorriso. Come avrete capito, mi piace alternare post seri e impegnati (almeno ci provo) a post un po' più leggeri. Enjoy!

Era una notte buia e tempestosa, senza luna, il vento gelido. Insomma, una serata in cui sarebbe stato meglio rimanere a casa a guardare “Chi l’ha visto?”. Ma c’era qualcuno, quella sera, che non riusciva a riposare. C’era qualcuno, quella sera (questo l’abbiamo capito) che doveva uscire. Doveva assolutamente uscire. Quel qualcuno era il mio cane. E doveva uscire, perché ancora il bagno per cani in casa non ce l’ho. Lui è Lucky, The Problematic Dog. E’ di media statura, il corpo reso affusolato da anni di sollevamento pesi (il mio), le zampe anteriori forti. Per questo, è anche chiamato “Super Pucci Cane da slitta”. Insomma, è una maledettissima sera (va bene, questo è chiaro) e Lucky, The Problematic Dog, deve uscire. E allora usciamo (finalmente). Già in ascensore, avverto un presentimento, che scaccio immediatamente come la zanzara che tenta di azzannarmi il braccio. Piano terra, atrio, portone. Usciamo (non eravate ancora usciti?!). L’aria è greve, si respira già il pericolo imminente (o, forse, è solo l’odore di pasta con le sarde proveniente dal terzo piano). Percorriamo qualche centinaio di metri, l’asfalto è lucido. Io evito le pozzanghere; Lucky, The Problematic Dog, ci si tuffa dentro, sprezzante dell’umidità. Un brivido mi corre lungo la schiena. “Come riesce ad essere così impavido?”. Giungiamo alla salita, la salita che porta al Grande Prato Verde, il suo regno. Il regno di Lucky, The Problematic Dog. Conosce questo terreno come le sue tasche (se le avesse), e si muove con sicurezza. Ma l’aria è greve (anche questo si era capito) e Lucky, The Problematic Dog, fiuta immediatamente il pericolo (apparte il fatto che io l’avevo già avvertito da mo’, ma lasciamo stare). E fiuta bene, perché improvvisamente una figura si staglia minacciosa nell’erba madida di rugiada. E’ una figura sgraziata (o disgraziata), greve (come l’aria di prima). E’ rotonda. E’ una palla, anzi, una pallottola (non spuntata, neanche per ½). E’ il primo nemico di Lucky The Problematic Dog: Mr Riccio. Con tutta la sua spavalderia, Mr Riccio si appallottola (perché è una pallottola). Ma Lucky, The Problematic Dog, assume subito il suo assetto da combattimento: si accuccia (ma è minaccioso, ve l’assicuro, fa panico-paura). Mr Riccio è lì, spavaldo (le ridondanze in questo post ci vanno a nozze), oltre l’alto muretto (alto 15 cm). Lucky, The Problematic Dog, decide di restare immobile. L’aria è greve (…) e lo stallo alla messicana è inevitabile. “Dannazione Lucky, che facciamo ora?!”. Lui non mi risponde (no, non perché è un cane ma perché è troppo impegnato). All’improvviso, Mr Riccio fa la sua mossa: si spallottola (ridondanze e neologismi a go-go). Allora Lucky, The Problematic Dog, si irrigidisce e ringhia. Uno squarcio nella coperta stellata (ma non era nuvoloso?). L’aria si fa sempre più greve (vabè) e lo scontro sembra inevitabile. Ma non avviene. No, Mr Riccio si dà alla fuga nella sua tana, Il Grande Cespuglio Cespuglioso. E Lucky The Problematic Dog? Dall’alto della sua media statura, decide di lasciarlo andare. Sa che non è ancora giunto il momento per lo scontro finale (perché altrimenti finirebbe la serie alla prima puntata). Io prendo un respiro di sollievo. Ancora una volta Lucky, The Problematic Dog, ha salvato il Mondo. E non temete: Lucky, The Problematic Dog, veglierà sui vostri sonni (ma di giorno dormirà, perché giustamente s'è fatto il turno di notte). Alla prossima puntata, e che la pappa sia con voi.