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venerdì 15 luglio 2011

Mangi la carne? Puoi dire addio alla Foresta Amazzonica.

Quante volte vi è capitato di "fare outing" e subirvi improvvisate lezioni di alimentazione da parte di onniscienti carnivori? Quante volte, invece, avete visto comparire un sorriso beffardo sul volto del vostro interlocutore? Io mi difendo sfoderando esempi di mucca pazza e mozzarelle blu, ma sembra non bastare. Perché è difficile scontrarsi contro delle convinzioni così radicate nell'opinione comune. E allora eccovi qualche buona motivazione da sfoderare in caso di bisogno.

SPRECO DI ENERGIA E ACQUA
Parto da un semplicissimo dato: per produrre un solo kg di carne, un vitello deve nutrirsi con ben 13 kg di vegetali. Questo perchè la maggior parte del cibo ingerito serve a sostenere il metabolismo dell'animale, e solo ciò che resta lo fa ingrassare. Con 13 kg di vegetali, secondo voi, quante persone potremmo sfamare?
La zootecnia e l'agricoltura per gli allevamenti consumano il 70% dell'acqua mondiale (senza considerare la quantità utilizzata per abbeverare gli animali, pulire le stalle e quella impiegata negli impianti di macellazione). E per rendervi bene l'idea, vi dico solo che la produzione di 5 kg di carne necessita la stessa quantità di acqua consumata da una famiglia americana in un anno (secondo una stima del settimanale "Newsweek"). La matematica non è un'opinione.

INQUINAMENTO
Gli allevamenti intensivi- al contrario di quelli tradizionali che erano decisamente più ecologici- producono un quantitativo esorbitante di feci e deiezioni varie che non possono essere riutilizzate come fertilizzanti. Questo per due motivi:
  1. le scorie sono ricche di azoto e fosforo, sostanze che andrebbero a danneggiare gli ecosistemi acquatici;
  2. gli animali sono imbottiti di antibiotici e farmaci vari (ad esempio, ormoni della crescita): secondo voi queste schifezze dove vanno a finire?
Un altro paio di maniche sono poi gli scarti della macellazione: teste, zoccoli, visceri, piume, ghiandole (vi autorizzo a schiaffeggiare il primo che vi dirà che del maiale non si butta via niente). Qualche anno fa, l'idea geniale di integrare questi scarti per il foraggio ha prodotto un simpatico morbo, la "Mucca pazza". Dal momento che ciò non è bastato a chiuderci le fauci, si è ben pensato di cominciare a stoccare gli scarti, con un inevitabile quanto assurdo spreco di spazio a livello mondiale.
E quando gli animali si ammalano, cosa succede? Vengono bruciati o seppelliti. E, siccome serve parecchio combustibile, la conseguenza diretta è la produzione di fumi inquinanti e tossici (vi dice niente la parola "diossina"?).
Da dove provengono, secondo voi, i mangimi per gli animali? Dalle monocolture, le più pericolose e dannose per l'intero ecosistema. L'impiego di pesticidi e fertilizzanti chimici in questo tipo di agricoltura hanno irrimediabilmente inquinato terra, acqua e cibo. Lo stesso cibo che mangiamo, la stessa acqua che beviamo, la stessa terra su cui camminiamo e che ci portiamo in casa attraverso la suola delle scarpe. Se i campi venissero coltivati seguendo il sistema a rotazione e per il consumo umano diretto, eviteremmo l'impoverimento dei terreni e la conseguente riduzione di sostanze chimiche. Ma siamo troppo carne-dipendenti per ragionare con un po' di cervello.

DEFORESTAZIONE E DESERTIFICAZIONE
Non ci facciamo mancare niente, insomma. L'allevamento estensivo è la causa principale della deforestazione: serve molto, molto spazio per questa attività. E chissene frega degli alberi, degli ecosistemi. Chissene frega se, deforestando, molte specie animali (ad esempio gli uccelli) restano senza habitat. Chissene frega se, dal 1990 al 2000, la Foresta Amazzonica ha perso un'area pari a due volte il Portogallo per regalarla agli allevamenti estensivi. Noi dobbiamo mangiarci il doppio hamburger con cipolla (poca) e maionese (a fiumi). Ogni hamburger americano proveniente dall'America Centrale causa l' abbattimento e la trasformazione in pascolo di 6mq di foresta. L'ONU ha dichiarato che il 70% dei terreni dedicati al pascolo sono in via di desertificazione. La fettina alla griglia è una vera bontà.

Pensate che questo possa bastare a cucire la bocca di mamme, nonne, amici e parenti vari cresciuti con la cultura della carne? Fatemi sapere se non è sufficiente, sarò prontissima a regalare loro altri simpatici dati sul loro arrostino della domenica.

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