Sono le nove passate e mia madre sta guardando la tv. Come al solito, quando c'è la pubblicità, cambia canale e fa un po' di zapping. Si sintonizza su raitre, e inorridisco: il circo. Facciamo un passo indietro.
Qualche settimana fa il ministro Brambilla si è fatta ritrarre in un video a dir poco osceno (no, che avete capito, lei era completamente vestita) in cui gioca (sì, avete letto bene, GIOCA) con una tigre salvata (a quanto sembra) dai maltrattamenti. Tralasciamo l'incipit strappalacrime ("la tigre più bella del mondo", patetico). Sebbene la cosa possa, a primo acchito, apparire del tutto innocua e quasi divertente, io torno a ribadirvi l'importanza di osservare le situazioni con occhio critico. Chiunque abbia visto il video (in fondo al post pubblicherò il link) noterà con disappunto (per usare un eufemismo) l'atteggiamento della tigre: è indolenzita, mansueta, scoordinata, si fa dominare dalla Sciura Ministra. In sintesi, sembra tutto tranne che una tigre. Secondo alcuni esperti, pare che l'animale sia stato sedato proprio per renderlo così docile. E, a mio parere, non ci vuole un genio per capire che è proprio così. Ora, non sto qui ad esprimermi sulla validità o meno delle collaborazioni della Brambilla con l'ENPA e La Lega del Cane, ciò che mi interessa è farvi riflettere sul significato di questo video. A voi sembra corretto trattare in questo modo un animale selvatico? Ridurre una tigre, così imponente e fiera, ad un gattino che fa le fusa? Io sono profondamente convinta che ogni animale abbia una propria dignità (dignità che, a differenza di molti uomini, riescono a mantenere sempre e comunque, anche mentre soffrono). E' lo stesso concetto che sta dietro ai circhi: far fare agli animali cose divertenti per compiacerci. Ma pensate che ci sia davvero qualcosa di divertente nel vedere un leone che salta dentro un cerchio di fuoco? O un cavallo che si inchina? Io sono contro qualsiasi forma di antropomorfizzazione degli animali. Pensate che esistono persino metodi alternativi al classico addestramento per relazionarsi con i nostri cani, che consistono proprio nell'utilizzare lo stesso linguaggio dei lupi in un branco. E vi assicuro che è molto meglio dell'impartire ordini facendo la voce grossa nel disperato tentativo di farsi rispettare.
Essere vegan significa indignarsi di fronte a qualsiasi tipo di sfruttamento e mortificazione perpetrato nei confronti degli animali, e rifiutarsi di accettarlo. E portare i vostri amici, parenti e conoscenti a fare lo stesso. Io spero che questo blog, a volte leggero a volte impegnato, possa invogliarvi ad essere persone non soltanto più consapevoli (faccio del mio meglio) ma anche più attive, sollecite. Se vogliamo davvero che il veganismo diventi pratica comune, sta proprio a noi agire in questa direzione. Proprio per non dover più assistere a "spettacoli" di questo tipo.
S.
